Solopaca

  • Storia:

Il territorio di Solopaca si estende alle pendici del Taburno-Camposauro per circa 4 km ed ospita circa 3800 abitanti. Situato sulla riva sinistra del fiume Calore, è attualmente uno dei centri residenziali più antichi e culturalmente più attivi della “Valle Telesina”. Non è facile dire come e quando si sia arrivato al toponimo attuale. L’ipotesi più accreditata è che il toponimo derivi da “sub rupe pagus” (ossia villaggio sotto la montagna). 

I primi insediamenti umani risalgono alla preistoria, come attestano i manufatti litici, le tombe e gli utensili rinvenuti. Per quanto riguarda il periodo sannita e quello romano, del primo abbiamo ben poche tracce, mentre del secondo possediamo numerose testimonianze: diverse ville rustiche romane, in prossimità delle quali si svilupparono piccoli insediamenti abitativi. In seguito, tombe e frammenti ceramici hanno attestato la presenza dei Longobardi, confermata anche dalla presenza dei toponimi di alcune zone del paese come ad esempio “Sala”. Alla dominazione normanna o più probabilmente al successivo periodo angioino, risalirebbe la costruzione di Castel San Martino, di cui restano una torre per intero e altri ruderi, insieme a tre vicoletti interni al maniero, nella zona al centro del paese denominata ancora oggi “CASTELLO”. I Normanni costituirono, nel 1130, il Regno di Sicilia, una monarchia feudale di cui faceva parte la Contea di Aversa, comprendente anche Telese e la terra di Solopaca. Telese fu completamente distrutta dal terremoto del 1349 e la zona, con la fuoriuscita delle acque solfuree, divenne completamente inabitabile al punto che i Telesini scampati alla catastrofe trovarono rifugio nella vicina Solopaca dove vi costruirono un villaggio chiamato Terranova (ubicato nella zona a ridosso dell’attuale cimitero). Tuttavia, un secondo terremoto, nel 1456, distrusse anche questo insediamento, costringendo i suoi abitanti a spostarsi più a monte ripopolando e ingrandendo i tre nuclei già esistenti di Solopaca: Capriglia a ovest, Precusi ad est, e il già citato Castello al centro. Nel periodo angioino, Telese, con l’annessa terra di Solopaca, fu ceduta alla famiglia Monsorio, e dagli Aragonesi il feudo fu dato ai Lagonessa, quindi passò ai Caracciolo; poiché l’ultimo discendente si era fortemente indebitato, il feudo fu messo all’asta. Nel 1574 fu acquistato da Cristoforo Ceva Grimaldi, i cui discendenti stettero sul posto fino al 1763. Fu così che i Ceva Grimaldi si stabilirono a Solopaca, dapprima nel Castello S. Martino e, successivamente, nel Palazzo Ducale (tuttora esistente), che fecero costruire tra il 1672 e il 1682. Nel 1609 Giovannantonio Ceva Grimaldi ottenne il titolo di “Duca di Telese” dal re Filippo III di Spagna. Nei secoli XVII e XVIII Solopaca attraversò un periodo di grande prosperità economica, dovuta soprattutto al commercio del vino, dell’olio e delle ciliegie, e si abbellì dal punto di vista urbanistico con numerosi palazzi signorili, con nuove chiese (SS. Corpo di Cristo, San Mauro e San Martino) e strade, come le attuali via Roma e Corso Umberto I. Abolita la feudalità nel 1806, Solopaca divenne comune autonomo con annessa la frazione di Telese. In questo periodo, fu teatro di particolari avvenimenti. Durante la breve parentesi dei Napoleonidi di Napoli, vide passare di frequente còrsi, mori e francesi. Particolarmente legata alla storia di Solopaca è la figura di Ferdinando II, il quale fece costruire il tanto sospirato ponte sul Calore, inaugurato nel 1835. Poiché quello costruito sul Garigliano portava il suo nome, volle intitolare questo alla sua amata consorte Maria Cristina. Durante il Risorgimento, Solopaca ebbe un ruolo non meno importante: il filosofo Stefano Cusani, iscritto giovanissimo alla Giovine Italia, fu un ardente patriota che preparò e cooperò per i moti del ’48, nonostante la morte sopraggiunse due anni prima. Ancora, dal paese partirono compagnie di uomini pronti ad aiutare Garibaldi. Il 21 ottobre 1860 si votò per l’Unità d’Italia e non mancarono i sospetti di brogli elettorali: 832 voti a favore dell’Unità e soltanto 5 contrari. Con l’Unità d’Italia, il paese, che per circa otto secoli era appartenuto a Terra di Lavoro, ossia Caserta, passò a far parte della provincia di Benevento. Per le numerose caverne e le folte boscaglie del Taburno, Solopaca fu molto interessata dal fenomeno del Brigantaggio. Durante la I Guerra Mondiale, partecipò con numerosi suoi figli, 60 dei quali sono morti e i loro nomi scolpiti nella lapide collocata alla base del campanile della Piazza. 

Solopaca ha dato i natali ad uomini illustri nel campo dell’arte, delle scienze, della tradizione giuridica e del pensiero filosofico e religioso; è nota per la vasta produzione dei vini DOC e DOP, per la Festa dell’Uva, la Fiera di San Martino ed altre tradizioni culturali, religiose e di attrazione turistica.

 

  • La nostra Pro Loco:

La Proloco di Solopaca nacque il 29 gennaio 1975 nello studio del notaio Pasquale Colella. I fondatori furono: Claudio Malgieri, Pasquale Canelli, Agostino Tazza, Antonio Rossi, Mario Conte, Antonio Fucci, Raffaele Ferri, Antonio Riccardi, Ernesto D’Onofrio, Alfredo Russo, Luigi Fucci, Antonio Martone, Adolfo Leone. Il primo presidente eletto fu il giovane Claudio Malgieri. Nello stesso anno ci furono, tra le molteplici attività della proloco, un ciclo di conferenze e una mostra fotografica, nonché un ciclo di lezioni sul tema “Solopaca ieri’’, il tutto inserito in un programma teso allo sviluppo sociale e turistico del paese. Nel secondo anno di attività, 1976, ci fu un aumento di ben 20 soci ed un programma ricco di manifestazioni, tra cui il “rilancio della Montagna del Roseto” in collaborazione con la Comunità Montana del Taburno, nonché l’esplorazione di “Rotta Ruotolo” (grotta Ruotolo). Continuarono, altresì, le manifestazioni culturali come “Teatro Oggi” e le attività sportive come il torneo calcistico “Coppa Proloco”. Il 1979 fu un anno cruciale: la Proloco ritornò in campo con varie iniziative: la pressione per la riapertura della Chiesa del SS. Corpo di Cristo (detta anche Chiesa Madre), una rassegna d’arte, mostre di pittura, la collaborazione culturale con la locale scuola media, spettacoli folcloristici, e soprattutto la collaborazione con il Comitato dell’Addolorata per la PRIMA edizione della Sagra dell’Uva. Questi primi anni della giovane Proloco solopachese non furono facili, ma sono stati importantissimi perché hanno gettato le basi per un progetto ambizioso: la valorizzazione e la tutela del proprio territorio.       

Nel 1980 la Proloco fu commissariata per mancanza di tesseramento, ma nel 1981 furono ben 331 i soci iscritti che elessero il nuovo Consiglio Direttivo guidato dall’Avvocato Antonio Minauro. Il Consiglio istituì ben otto commissioni, ciascuna facente capo ai componenti del consiglio direttivo. Nel 1982 fu pubblicato un notiziario interno volto a promuovere l’informazione e la discussione sulle attività e finalità dell’associazione. Nel primo numero si sottolineava una volontà di rinascita culturale, sociale ed economica partendo proprio dalle capacità creative ed organizzative che Solopaca aveva dimostrato di avere nel lontano e recente passato.  L’impegno della proloco era pertanto quello di incoraggiare tutte le esperienze culturali, specialmente quelle tese al recupero delle origini in chiave moderna e promozionale come la Sagra dell’Uva e il Cantasolopaca, per far conoscere il territorio e i suoi prodotti. Negli anni successivi venne formalizzata la sfilata dei carri allegorici preceduta dai gonfaloni dei Comuni limitrofi e accompagnata dai gruppi folcloristici e personaggi in costumi locali. Vennero incoraggiati gli addobbi a balconi e finestre nonché a vetrine e locali caratteristici con scene di vita campestre. Ogni carro portava al seguito doni vari che, insieme all’uva, venivano venduti all’asta per contribuire alle spese della festa. Nell’aprile 1982 si inaugurò la nuova sede di Via Roma, numero 22. In particolare, questo fu un anno di fermento culturale e di aperture sociali e politiche. Per la cronaca: nella sfilata dei carri dell’82 comparve il primo carro ricoperto non dai grappoli ma dai chicchi d’uva, con la tecnica dell’incollaggio che si diffuse molto rapidamente. Il rinnovato carro rappresentava un campo di calcio in onore dei mondiali disputati proprio in quell’anno. Sempre nel 1982 la Proloco pubblicò il libro-dossier fotografico “Sagra dell’Uva a Solopaca”, testimonianza tangibile dell’impegno collettivo nella realizzazione della più importante manifestazione che ormai aveva preso piede e si avviava verso un promettente futuro.

Nel gennaio 1983 si tenne la prima assemblea pubblica nella sala consiliare del Comune. Ci fu una notevole partecipazione. Si parlò della istituenda biblioteca popolare e del futuro parco naturalistico Taburno Camposauro. Nella V edizione della Sagra dell’Uva, quella appunto del 1983, comparvero i primi costumi antichi molto apprezzati e premiati. Il Cantasolopaca fu arricchito da un mini-musical interpretato dai ragazzi del locale liceo classico e dai bambini del rione Piropuezio. Fu l’inizio di una proficua collaborazione che saldava nel progetto culturale, la Proloco, l’amministrazione Comunale e il liceo classico. Il 1983 fu anche l’anno di inizio della pubblicazione dei “Quaderni di cultura solopachese” curati dal Prof. Cosimo Formichella. La Proloco curò anche l’edizione della raccolta di poesie “A sciabola ‘e cartone” dell’Avvocato Tullio Iannotti.

Nel 1984 fu costituita l’A.P.T. (Associazione di Promozione Turistica) costituita dalle Proloco di Amorosi, Castelvenere, Cerreto Sannita, Faicchio, Frasso Telesino, Guardia Sanframondi, Pietraroja, Puglianello, San Lorenzello, San Salvatore Telesino, Solopaca, Telese. La guida dell’Associazione sovracomunale fu affidata all’Avvocato Antonio Minauro, presidente della Pro Loco Solopaca.

L’edizione del 1984 della Sagra dell’Uva fu memorabile, furono infatti circa diecimila le persone che assistettero alla sfilata dei carri.

Nel 1985 fu eletto presidente della Pro Loco Solopaca, Vincenzo Volpe, editore della nota TV locale Tele Kappa. Con la presidenza Volpe si entrò subito nella dimensione tecnologica e mediatica della Sagra dell’Uva. Quell’anno, infatti, la sfilata dei carri fu trasmessa da Tele Kappa.

Il 1986 fu un anno di svolta: tramite la TV locale si poterono varcare i confini provinciali e regionali, e per la prima volta la RAI mandò un giornalista che, resosi conto della peculiarità della sfilata dei carri, chiese se potesse essere ripetuta a beneficio della televisione.

Nel 1987 ci fu il cosiddetto “DECENNALE” della Sagra dell’Uva. La vera novità fu la costituzione formale dei RIONI, ciascuno con i propri rappresentanti, i propri colori e i propri stemmi. Inoltre, fu anche stabilito che la Sagra si sarebbe svolta la Seconda Domenica del mese di settembre poiché era la data più vicina al 15 settembre, in cui si celebra la Madonna Addolorata. Un’altra novità fu il raduno delle auto d’epoca, l’allestimento degli stand gastronomici, la presenza di Rai 1 e di Rai 3 e di tutte le TV locali. Va inoltre ricordato che il tema della sfilata dei carri era ancora “libero”, libera a era la scelta e la tecnica di esecuzione.

Nel 1990, a seguito delle dimissioni del Presidente, la Pro Loco fu commissariata. Il nuovo consiglio direttivo, guidato da Leonardo Marino, fu eletto nel gennaio del 1992. In quell’anno vi fu la collaborazione “con tutte le presenze associative e culturali di Solopaca” nonché con le scuole e le istituzioni per la realizzazione di progetti riguardanti l’ambiente, la cultura e lo sport: la FESTA DELLA PRIMAVERA, il TORNEO DI CALCETTO e la gestione della biblioteca comunale. Durante il commissariamento della Proloco, la Sagra dell’Uva fu promossa a Festa e fu organizzata da un comitato denominato “Ente Festa dell’Uva”. Per la XV edizione della Festa, poiché ricorreva il V centenario della scoperta dell’America, la Proloco mise in contatto l’Ente Festa con il Comitato nazionale per le celebrazioni Colombiane per creare una sorta di gemellaggio. Il risultato fu sorprendente perché si riuscì ad ottenere la presenza delle 4 repubbliche Marinare: Genova, Venezia, Pisa ed Amalfi. Fu dato per la prima volta un tema e si decise quali carri fare.

Nel 1992 la proloco organizzò anche il “Mercante in fiera” in occasione della festa patronale di San Martino con visita alle cantine e degustazione di prodotti tipici.

Nel 1993 tra le novità ci furono un nuovo timbro e nuovo stemma: il Leone Rampante tra grappoli d’uva. Fu, inoltre, adottato un nuovo statuto. Tra le attività va ricordata anche la prima edizione del Trofeo del Duca, gara podistica amatoriale.

La Pro Loco Solopaca entrò a far parte dell’UNPLI e, nel 1994, il presidente Leonardo Marino venne eletto consigliere regionale.

Nel 1996 attività del tutto nuove furono: Musica per la vita, Primo Maggio: giochi e mestieri del passato, corso di ceramica; una mostra fotografica, festa dell’emigrante, “metti in mostra il tuo presepe”. Il 1996 vide il cambio al vertice con l’elezione a presidente di una donna: Maria Rosa Gentilcore. L’anno 1997 si aprì con il convegno sul filosofo Stefano Cusani, presso la sua casa natale e con l’apposizione, sulla facciata della stessa, di una lapide commemorativa. Nel 1998 per la prima volta la sfilata dei carri allegorici fu preceduta dal corteo storico dei duchi Ceva Grimaldi. Nel 2000 ci fu l’inaugurazione della sede della Proloco presso il Palazzo Ducale dove si trova tutt’ora, mentre nel 2002 ci fu la prima edizione del “Premio filo d’olio”, una interessante iniziativa per attirare l’attenzione anche sulla produzione dell’olio, altra risorsa del nostro territorio. Con il nuovo millennio si ripropose l’Unione delle Pro Loco della Valle Telesina con il progetto Valtelesia.

Dal 2005 al 2010 la Proloco promosse il tema della sfilata dei carri, curò l’organizzazione della festa dell’uva e del Solopaca Folk Festival, adottò a distanza i bambini del Ruanda e aderì al Servizio Civile Unpli.

In pochi anni si avvicendarono diversi presidenti: Alessandra Salomone, Lucio D’Amico, Paola Forgione, Carlo D’Onofrio. Nel settembre 2007 la Pro Loco Solopaca, tramite l’UNPLI, divenne APS (Associazione di Promozione Sociale), potendo accedere ai fondi del 5×1000. Per tale motivo, fu necessario un adeguamento dello statuto sociale.  Nel 2011 il nuovo consiglio direttivo guidato da Almerico Tommasiello, per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia, organizzò una sfilata ad hoc con garibaldini e personaggi storici e promosse un concorso fotografico nell’ambito della Festa dell’Uva. Nel 2014 la Proloco, guidata da Lucia Saudella, collaborò con la scuola media per la realizzazione del progetto “coloriamo il nostro futuro”, organizzando accoglienza e visite guidate per minisindaci provenienti da tutta Italia. Nel medesimo anno, ci fu la prima edizione della Ballata dei Briganti, con una gara tra gruppi di musica popolare. Altra novità assoluta fu il restauro delle tele della Chiesa Madre con l’attuazione dell’iniziativa “Recuperiamo la nostra memoria”. Nell’anno 2015 la Proloco ha compiuto 40 anni e per l’evento fu organizzato un convegno e una mostra documentaria e fotografica.

Dal 2018 la Pro Loco Solopaca è guidata da Antonio Iadonisi. Tra le novità di questi ultimi anni si segnalano le collaborazioni con le Pro Loco vicine con le edizioni del Carnevale dell’Amicizia e il Progetto Terre del Sannio con le Proloco della Valle Telesina che riprende lo spirito dell’A.P.T. fondata nel 1984. Negli ultimi anni è ripresa anche l’attività editoriale della Pro Loco con diverse pubblicazioni, ma soprattutto con un fiore all’occhiello: la pubblicazione del diario manoscritto del ‘600 di Antonio d’Amore.

 

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